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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

Cominciare bene - vacanze e coccole

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Miei Cari, la vostra Minerva vi saluta per una decina di giorni di meritato riposo, in cui ha piena intenzione di dedicarsi a se stessa e prendersi cura di sé - cosa che è d’altronde intenzionata a rendere un buon proposito per tutto l’anno prossimo. In particolare, la mia prima intenzione è riposarmi, fare passeggiate, respirare aria buona. Vado in vacanza portando con me creme per il corpo di mandorla e di agrumi – che questi profumi sulla pelle mi fanno sempre pensare ad altre epoche, quando le persone non andavano di fretta e le conversazioni riguardavano il tempo, ché quelle troppo dirette erano quasi ‘sconvenienti’. Vado in vacanza per mangiare pesce fresco accompagnato da qualche gradevole e leggero buon vino – che mi faccia pregustare l’estate e il caldo che anelo, e che non arriveranno per me mai troppo presto. Infine nutrirò gli occhi e l’anima non solo di paesaggi aperti, ma anche di mostre e letture. Porto con me Il sapore del mondo di David Le Breton, Su Nie

Un oggetto per un passaggio simbolico

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Nel 2010 non ho avuto alcuna agenda. Ne avevo adocchiata una che mi piaceva assai, ma quando tornai per acquistarla era ormai esaurita. Di marca sconosciuta, aveva segnati avvenimenti del passato di rilievo, illustrati con simpatici disegni. Tergiversai sull’acquisto di un qualche altro modello, nella speranza di ritrovare quella, per poi desistere verso marzo. Fino a quel momento avevo segnato gli appuntamenti su un miniquaderno nel quale scrivevo giorno per giorno le date e separavo i giorni con righe tirate a mano (una cosa che fa molto Oliver Twist, lo riconosco) e così continuai, che a quel punto sia lasciare il quaderno iniziato, sia comprare un’agenda sarebbe stato uno spreco. Quest’anno quell’agendina non la fanno più - poco male, che oggi neanche io la comprerei più (forse). Avevo puntato un diario un po’ infantile di Betty Boop, rosso, nero e ricoperto di glitter. Buffa, anche da tirare fuori durante riunioni di lavoro (mi piace provocare un po’ con questi giochi innocui che

Strappare pagine & quindi scrivere su un quaderno nuovo

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Ultima settimana di quest’anno, poi si entra in quello nuovo: momento inevitabile di riflessioni - spesso in forma di bilanci e buoni propositi. Ma Minerva non sta nella tristezza e nell’automortificazione dilagante, e fa tutto questo un po’ a modo suo... Ecco ciò che penso, e i miei buoni propositi e auguri a voi per l’anno nuovo! Passato . Da tempo ho imparato a non fare bilanci, tanto quando li si fa sono sempre negativi, o al limite si va in pari, ma non si è mai soddisfatti. Il passato è passato: non si può cambiare, il tempo vissuto non ritorna, ma appunto non è presente e non è futuro - quindi possiamo anche metterci un bel coperchio sopra e chiuderlo lì. Diceva Richard Bach: “Il mondo è il quaderno degli esercizi [...] Sei libero di scrivere assurdità, o menzogne, o di strappare le pagine”. Ciò che io sono ora è dovuto alle esperienze che ho fatto nel mio passato, ma questo non significa che sia contenta di averle fatte e di ricordarmele tutte. Qualcuna me la sarei risp

Panna cotta al melograno

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Ed eccovi l'ultima ricetta dell'anno, per un dolce al cucchiaio di facile realizzazione, sanissimo, e goloso pur se non (troppo) calorico. Protagonista è il melograno che, oltre al colore ammaliante e scenografico dei suoi chicchi, e una storia affascinante e incantevole, pare avere molte qualità per la nostra salute - tanto da venire talvolta percepito quasi come un toccasana per numerose patologie. Panna cotta al melograno Per la panna cotta 250 ml panna fresca 50 ml latte fresco 50 gr zucchero 2 fogli di gelatina (4 gr) Per la gelatina di melograno 120 ml di succo di melograno 50 gr zucchero 1 foglio di gelatina (2 gr) + 4 cucchiai di chicchi di melograno per la decorazione Questa ricetta è da farsi in due tempi (ma è cosa breve e molto semplice, non temete!). Vi spiego passo a passo. 1° tempo. Mettete un foglio di gelatina in acqua fredda. Sgranate pazientemente, quindi centrifugate (o frullate e poi filtrate) i chicchi di almeno 2 frutti di melograno. Mettete t

Per la mia famiglia, per i miei amici

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"For my family, for my friends": con queste parole inizia un pezzo celebre degli Agnostic Front, storico gruppo hardcore punk newyorkese, col quale essi ringraziano coloro che hanno condiviso la nascita di quel movimento ancora così significativo - a livello etico, politico, culturale - per chi ne ha fatto parte. In questi giorni devo ammettere che - pur essendo persona romantica e incline all'ascolto - un po' tutta questa ipocrisia che gira intorno al Natale, che non è più la favoletta del 'siamo tutti più buoni', ma ancora si concretizza in regali immotivati, incontri talvolta sgradevoli con persone che altrimenti eviteremmo, e infine pranzi/cene consumati senza piacere ma proprio solo perché è qualcosa che 'si deve fare', quest'anno mi sta disturbando. Sarà che, oltre all'interazione reale con amici e conoscenti di persona, c'è tutta un'eco dalla dimensione delle relazioni virtuali sull'argomento (via blog, via facebook)

Only love - una buona notte

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Only love - forse un po' sdolcinato, ma il disegno è aggraziato, la musica piacevole, e mi sembra indicato per augurare a tutti noi la buona notte. Sogni d'oro! :-)

Il giorno senza la notte e la notte senza il giorno

Oggi sarà il giorno più buio da quattrocento anni. Accade per una coincidenza astrale che si verifica una o due volte al millennio: un'eclisse di Luna in coincidenza con il solstizio d'inverno. L'intero articolo scientifico lo trovate qui -> La Luna scompare dal cielo, è il giorno più buio da 400 anni Ma i romantici come me avranno subito pensato a Ladyhawke , e al momento in cui i due innamorati - nel giorno senza la notte e nella notte senza il giorno - possono finalmente ricongiungersi nella loro veste umana, e da quel momento amarsi per il resto della vita. Buona visione, e buona giornata!

Oggi vorrei stare così

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(da http://www.spaceandmotion.com/erotica-vintage.htm ) Vorrei non aver nulla da fare, stare nella penombra, da sola, tranquilla, a leggere.

69, page érotique

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Ricevo da Silvia , e volentieri segnalo, che da questa settimana apre su L’Internazionale la nuova, ammiccante e furbetta rubrica di Guido Vitiello “ 69, page érotique ”, in cui verranno recensite (non solo) nuove pubblicazioni.  Qual è la novità? Che tale operazione verrà eseguita seguendo il criterio di Marshall McLuhan, il quale sosteneva che per capire se un libro merita o no di esser letto basta ispezionarne una sola pagina, la n.69: se quella non provoca un rimescolamento dei sensi, piacere, tensione ‘erotica’, è probabile che anche il resto del libro non meriti la lettura. Mi piace questo gioco! Ho tanta voglia di riprendere in mano i libri che più ho amato e verificare se questa prospettiva abbia veramente un senso ;-)

Il mare nella metropolitana

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L'amministrazione di Amsterdam in collaborazione con la fondazione per l'arte ha selezionato 40 artisti per decorare dei vecchi treni della metro: il risultato è un mondo sottomarino che sostituisce il classico grigio e i muri di plastica. Buona visione!  

Baci che provocano sussulti...

Mi ricordo ancora – come molti di noi credo – il mio primo bacio. Mi era stato ‘rubato’ da un ragazzo bulletto del quale mi ero presa la prima cotta, e mi aveva provocato un misto di profondo imbarazzo, felicità immensa e inimmaginabile confusione. Nel corso della vita non ho più contato i baci che ho dato e quelli che ho ricevuto, ma l’impressione è che ce ne siano stati molti, purtroppo, caratterizzati dalla percezione che ne aveva Dustin Hoffman in Rain Man : qualcosa privo di qualsiasi connotazione emotiva, sessuale, affettiva. Lui diceva ‘umido’. Per me è più la sensazione della pressione delle labbra altrui sulle mie senza alcun ‘sussulto’. Eppure, quando sono innamorata, riesco ancora a provare quel brivido, che mi attraversa come un lampo la mente e il cuore, anche solo per lo sfioramento delle labbra altrui sulle mie, e da quello posso intuire come sarà fare l’amore con quella persona. Ciò che è più spiazzante (e quindi un po’ ansiogeno), però, è l’incontrollabilità di tale ev

Stanotte stelle cadenti!

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Raccolta dalla rete non appena l'ha pubblicata, vi giro l'informazione (il testo completo che riporta la notizia nel blog intherainbow a cura dell'omonima fanciulla) che mi urge invece declinare secondo le intenzionalità di questo mio blog. Cito testualmente: <<La tradizione popolare trae in inganno perché " non è il 13 dicembre, ricorrenza di Santa Lucia, il 'giorno più corto che ci sia' nell'anno". Una tradizione che si scontra con la scienza perché il minor numero di ore di luce si ha infatti "al solstizio d'inverno" che quest'anno cade "il 21 dicembre alle ore 23:38". Eppure, in questo giorno, nel cielo avviene un fenomeno straordinario e decisamente meno conosciuto. " Cadranno le stelle come nella notte di San Lorenzo il 10 agosto. Cadranno, in particolare, 100 meteore in un'ora quest'anno. Un evento astronomico che avviene il 13 dicembre ".>> Questa l'informazione che ovviam

L'ottimismo è la chiave

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L'ottimismo è la chiave. Se ti aspetti il peggio, il peggio accadrà. Tu sei il tuo stesso stress, la tua stessa rabbia, la tua stessa tristezza e frustrazione. Se permetti che le cose ti disturbino, lo faranno perciò non permetterglielo. Sii solo felice! :-) Nulla nella vita è facile, perciò tirane fuori il meglio (fanne l'uso migliore). Non soffermarti sul negativo. L'ottimismo è la chiave.

Bandile Gumbi, poetessa sudafricana

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A ttivista culturale, poetessa e scrittrice formatasi in Kwa-Zul Natal, Sud Africa, Bandile Gumbi ha auto-pubblicato nel 2004 l'antologia Pangs of initiation , volume considerato un testo “cult” tra gli amanti della poesia underground sudafricana. Gumbi ha inoltre lavorato con diversi collettivi di artisti, quali il 3rd Eye Vision di Durban, l'EVE Network di Johannesburg e il Badilisha Poetry Project di Cape Town. Attualmente fa parte del Dead Revolutionaries Club. Il suo sito è http://www.wordinitiate.co.za , il suo blog http://wordinitiate.blogspot.com . Ho trovato in rete e riporto qui una sua poesia che mi è piaciuta molto. Si intitola Freedom (Libertà). La traduzione è a cura di raphael d’abdon (minuscolo, seguendo bell hooks), italiano di origine nigeriana che cura un blog sulla poesia africana nel sito Absolute Poetry . Freedom I had an in-depth investigation On the workings Of an African mind Let loose As this wordsmith Licks the mic Unleashing molt

Umidità [racconto]

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Ogni lavaggio a macchina ha la sua ‘maglia dell’ippopotamo’, quella che pur lavata insieme a tutto il resto conserva l’odore acre del bagnato sporco. Maledizione! Ho sempre odiato l’umidità.  Un altro bucato, altri vestiti, di nuovo la stessa maglia. Guardo l’oblò della lavatrice, ritornano immagini di libri di lettura delle elementari, disegni di gatti rinchiusi nel lavaggio, poi centrifugati. L’umidità… Sentirla nelle narici è ripensare ad appartamenti dimenticati, il freddo fuori, le infiammazioni, la febbre, gli affitti bassi, i cessi in comune al fondo del corridoio, i vestiti lerci e sudati. Michi aveva un alloggio al quale si accedeva dal ballatoio. Era una soffitta senza ragni. L’odore trasudava dalla moquette, dai divani, dalle coperte. Sulla tavola e sulle mensole si ammucchiavano le bottiglie vuote. Nei posacenere residui di canne, cartine, biglietti di autobus e sigarette rollate. Ed era un continuo “Metti su Bob”. Qualche futuro fallito allora se la tirava crede

Torta di mele, noci e uvetta

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Una torta semplice, che ha proprio il gusto delle cose fatte in casa di una volta. Torta di mele, noci e uvetta 200gr farina 60gr zucchero 2 mele 50gr gherigli di noci 40gr uvetta 2 uova 70gr burro 1dl latte 1 bustina di lievito vanigliato 1/2 cucchiaino di cannella in polvere 1 bustina zucchero vanigliato In una terrina mescolare la farina, il lievito, lo zucchero e la cannella in polvere. Aggiungere poi il burro scolto a bagnomaria, le uova sbattute, il latte e mescolare il tutto. Mettere in ammollo l'uvetta in mezzo bicchiere d'acqua tiepida. Sbucciare le mele, tagliarle a fette sottili quindi a tocchetti; strizzare l'uvetta; spezzettare le noci; aggiungere il tutto al'impasto e mescolarlo bene, quindi metterlo in una tortiera precedentemente rivestita con la carta forno. Cuocere a 170° per un'ora. A cottura ultimata, sfornare e cospargere di zucchero a velo.

Zone erogene femminili, comunicazione e dipendenza

La parola-chiave di oggi è: capezzoli! Trattiamo l'argomento in maniera semiseria, ma arriveremo lo stesso - spero - a un paio di riflessioni utili, pur se leggere ;-) Elemento del corpo femminile che tanto intriga gli uomini indipendentemente dalle dimensioni del seno, i capezzoli richiamano il turgore eccitante del clitoride e provocano piacere a una donna prima e durante l'amplesso nel momento in cui ci vengono sfiorati dalle dita, leccati, succhiati ecc. Tra le vari informazioni 'scientifiche' che ho trovato online, l'affermazione che "il contatto frequente con capezzoli e seno durante l'allattamento rende i bambini felici e appagati" è stata quella che mi ha fatto più sorridere (e assumere una benevolenza materna nei confronti del suo autore):  sicuramente scritta da un uomo. Per noi donne non  sarebbe stato infatti necessario scomodare la ricerca per giungere alla medesima conclusione: a noi basta guardare le espressioni del vostro viso, signori

Comunicazione, complicità e segreti

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Ogni rapporto d’amore è anche un rapporto di comunicazione – e un dialogo, che passa attraverso parole così come gesti, sguardi, silenzi e momenti condivisi. Quando questo finisce, al di là dell’eventuale sofferenza per la perdita della persona amata in sé, ci viene a mancare un interlocutore per tutte le cose belle che abbiamo vissuto e che viviamo quotidianamente. Ma se la ragione della chiusura della relazione è stata un inganno che ha minato proprio tutto il rapporto rivelandolo di colpo come una finzione, difficile è non lasciarsi andare al ben più doloroso pensiero del ‘tradimento’ della fiducia accordata all’altro/a in quella comunicazione e al disprezzo della propria ingenuità per la quale eravamo stati così felici e avevamo danzato con il cuore lieve. Cosa fare, di quei ricordi e di quelle ‘cose’ (immagini, oggetti, testi) condivise che sono testimonianza dolorosa non solo di qualcosa che non c’è più, ma di qualcosa inficiato dalla stessa dimensione della finzione?